È quasi gol per lo sport tra i valori della Costituzione
«La Repubblica riconosce e favorisce il diritto allo svolgimento dell’attività sportiva e ricreativa». Finalmente il primo passo è fatto. Nei giorni scorsi il Senato ha approvato il ddl costituzionale a larga maggioranza: 213 a favore, 5 contrari e 13 astenuti.
Un successo pieno, come sottolineato subito dalla sottosegretaria allo Sport, Valentina Vezzali, entusiasta per l’introduzione dello sport tra i valori tutelati dalla Costituzione. Nel ddl c’è in realtà un cambio d’atteggiamento sullo sport, che entra di diritto nella Magna Charta nazionale come strumento sociale e culturale rilevante.
Un cambio di rotta epocale, con l’avvenuta conquista di una vera dignità da parte dell’attività sportiva, così importante nella vita di tutti i giorni e nelle dinamiche sociali, economiche, e sanitarie. Previsto poi che sia inserita la tutela dello sport per riconoscerne “il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme”.
Ora la palla è alla Camera. Non siamo più, però, all’inizio di una proposta, di un progetto di promozione sportiva in Italia, ma al fondamentale “giro di boa”.
Dopo l’approvazione definitiva di questa modifica costituzionale dovremo continuare insieme, con la stessa coesione di questi tempi, per arrivare all’obiettivo condiviso. Già nei giorni scorsi il Presidente del Coni, Malagò, aveva esultato per l’approvazione, all’unanimità, da parte della Commissione Affari Costituzionali del Senato, e lo stesso favore avevano espresso gli Enti di promozione sportiva, le Federazioni e l’intero mondo dello sport nelle sue varie declinazioni. Purtroppo di norme inapplicate la nostra storia è tristemente ricca, ma per questo siamo chiamati tutti noi a vigilare (e a lavorare) affinché questi princìpi si concretizzino.
La sfida vera sarà, però, proseguire il cammino mediante il coinvolgimento dei soggetti che promuovono davvero sport in Italia. Se la Costituzione riconosce, dovrà esserci pure chi sarà chiamato ad organizzare, promuovere, formare.
L’attuale governance dello sport italiano, frammentata tra Coni, Sport e Salute, Dipartimento dello sport, assessorati regionali e comunali, ecc., è pronta ad accogliere una nuova fase storica, o è impegnata in altro, mentre il 30/40% dei minori praticanti hanno abbandonato lo sport a causa della pandemia o delle difficoltà economiche? Un diritto è costituzionalmente riconosciuto se praticamente garantito.
Come Csi speriamo che il cammino costituzionale del riconoscimento dello sport vada avanti perché siamo pronti a servire ogni atleta del nostro Paese. Sembrerebbe scontato, ma, purtroppo, sono molti, troppi, coloro a cui l’accesso allo sport è impedito. E la Costituzione oggi ce lo ricorda.