“Dio ha sempre da nascere. Il suo nome è gioia, libertà e pienezza. Un Dio vicino e caldo come il respiro, forte come il cuore, bello come il sogno più bello. Dio può nascere mille volte a Betlemme ma se non nasce in me è nato invano. Vi auguro un Dio che venga, leggero come un amico, attento come un innamorato”
Questo bell’augurio di un autore spirituale ci riporta a tutta la vitalità, la tenerezza e la passione di Dio. Quel Dio che tante volte, anche in buona fede, releghiamo a statue, chiese, presepi, strutture… tutte cose belle ma immobili, statiche, morte.
Dio invece è vivo, nasce sempre, come 2000 anni fa, ogni giorno. Questo pezzo ci manca ed è il più bello, rende bella e accattivante la Fede: non abbiamo un Dio generico, che ha parlato una volta per tutte ad un popolo indefinito, ma un Dio personale, che ti guarda negli occhi, ti interpella, si fa prendere in braccio e chiede una cura particolare.
A noi sportivi questo Dio deve piacere ancora di più, perché sappiamo cosa significa essere attivi, dinamici, scattanti. Tutta questa attività fa tanto bene al mondo che tante volte si ritrova stanco ed addormentato, nel peggiore dei casi apatico. Occorre mettere in circolo il bene, far correre l’inventiva e la creatività perché realizzi momenti belli per tutti. Troppe volte abbiamo lasciato ai potenti del mondo tutto quell’attivismo negativo che ha portato a corse agli armamenti, a gare su chi è il più forte solo perché ha le bombe più distruttive e spaventose.
Questo Natale ritorniamo a scoprire il bene, l’amore e la pace, sorridiamo pensando che i bambinelli dei nostri presepi possano agitarsi e gemere, recuperiamo con Gesù quel rapporto vitale ed affettivo e muoviamo i nostri passi nella logica del dono e della vicinanza alle persone che più soffrono e scopriremo l’ultima dinamica fondamentale del Natale: quando diciamo “Vieni Signore Gesù”, attendiamo la venuta ultima del Messia, quando tutto sarà gioia e pace. Ci sembrerà strano attendere la fine dei tempi adesso, ma quello è il nostro orizzonte, è la meta che dobbiamo avere negli occhi ora che ci sentiamo ancora ai blocchi di partenza. Allora quelle domande esistenziali che ogni tanto ci poniamo ritornano ad avere una risposta: perché vivi? Per amore. Dove vai? Verso l’amore. Chi te lo fa fare? Il Dio bambino che viene sulla terra per amore!
Don Nicola Schivalocchi